“Queste cose, che si sono ripetute durante la mia infanzia e di cui poi magari parleremo, mi hanno portata a costruire questo lato del mio carattere forte e mi hanno insegnato a non dare troppo peso ai problemi della vita, ma piuttosto ad esaltare i momenti più gioiosi miei e anche quelli degli altri.”
Materiale fotografico fornito da Annamaria Savarese
Quando ho pensato di fare un’intervista ad Annamaria non ho avuto molti dubbi sulle domande da farle, perché lei, di cose belle da dire dentro di sé, ne ha veramente tante!
Ho pensato subito ad una cosa: la sua incredibile capacità di reagire ai colpi della vita con forza e determinazione, ma soprattutto con sorriso e amore, per sé stessa e per gli altri.
Avere Annamaria nella propria vita è un dono prezioso. Non solo ti permette di imparare ad apprezzare l’importanza delle piccole cose, che con la frenesia della vita quotidiana spesso dimentichiamo, ma è anche in grado di dimostrarti che una tela di color cenere può diventare una fantastica opera d’arte: sei tu che devi volerlo, sei tu che devi trovare la forza, sei tu che devi avere il coraggio per sbatterti ogni giorno, per mettere un tassellino originale e nuovo ogni volta sopra quella cenere!
Ringrazio Annamaria per avermi dato la possibilità di raccontare di lei e della sincerità d’animo con cui ha risposto a queste domande tutt’altro che semplici. L’umiltà, da cui derivano la semplicità e la sincerità, è una dote rara. Annamaria è una delle poche persone che incarnano realmente questa dote.
E per chi leggerà questo ritratto: ricordati di trattare le parole e i fatti che troverai davanti a te con delicatezza, perché alle volte, nei confronti della vita di chi si ha di fronte, ci vuole questa rara capacità.
Indice dei contenuti
1-L’EMPATIA di chi ne ha passate tante
Ciao Anna, eccoci qui… sono passati 8 anni da quando io e te abbiamo concluso la vita da “colleghe” d’ufficio… ma anche se praticamente non ci vediamo mai, quando ci pensiamo sentiamo nei nostri cuori un immenso affetto l’una per l’altra. Vorrei partire proprio da questo concetto: tu sei una persona che rimane nel cuore attivamente! Il mio primo ricordo di te è quel sorriso che mi accoglieva in ufficio al mattino alla scrivania e la tua pronta disponibilità ad aiutarmi, ogni mattina, elementi importanti di cura nei miei confronti che non sono mai mancati.
Quindi, prima domanda difficile: come fai ad essere così accogliente, forte e calorosa nelle tue relazioni interpersonali nonostante tutti i colpi che hai ricevuto nella vita?
<<Domanda difficilissima infatti! È molto complicato definire questo mio aspetto, perché è come se dovessi vantarmi di essere così, ma in realtà è un lato di un carattere: il fatto di essere comunque positiva e vedere il bicchiere mezzo pieno, è quello che Mirco mi ripete costantemente, è la mia visione del mondo rosa e glitter, che ora diventerà azzurra e glitter!
Ho sempre avuto questa visione del mondo così, sicuramente dettata da tutte le esperienze difficili che ho vissuto nella mia vita: il fatto di averne vissute tante e negative, mi ha portata a costruire una personalità forte per dover superare l’ennesima caduta. Se fosse stata solo una caduta, è stata quella caduta che devi elaborare e poi magari puoi viverla bene o male. Se poi te ne succede un’altra, non puoi permetterti di ricadere di nuovo, soprattutto se hai delle persone che contano sulla tua forza, nonostante tu sia una bambina e tu sia ancora piccola.
Queste cose, che si sono ripetute durante la mia infanzia e di cui poi magari parleremo, mi hanno portata a costruire questo lato del mio carattere forte e mi hanno insegnato a non dare troppo peso ai problemi della vita, ma piuttosto ad esaltare i momenti più gioiosi miei e anche quelli degli altri. Come se una parte della mia felicità sia vedere il sorriso di un altro. Io sto bene così. Il fatto di avere quell’attenzione verso l’altro, il fatto di essere molto empatica… uno sguardo, una vista di un secondo, vedo e sento immediatamente come sta la persona in quel momento e quindi riesco ad esserle più vicina. Questa cosa la persona la percepisce. Nella vita siamo talmente stressati e portati a correre, che avere quella persona che incontri anche solo cinque minuti al mattino al lavoro o che rivedi dopo tempo, ma che si accorge di come stai anche se non vi vedete da mesi, ti da tanto! E ci sono nella vita queste persone, poche ma esistono!
Molti si chiedono come faccio ad essere così e ad avere trovato un equilibrio da sola... ed io ne vado fiera. Non è un vanto ma sono contenta di essere così e che le persone se ne accorgano. Non tutti hanno la stessa sensibilità e magari non tutti se ne rendono conto appieno. Nella vita impari a selezionare e tenere vicino a te soprattutto le persone che ti assomigliano e camminano con te sugli stessi binari.>>
2-LA FORZA di una bambina davanti alle difficoltà della vita
Hai avuto una gioventù impegnativa sotto diversi aspetti, ma hai sempre vissuto ogni giorno della tua vita con grande determinazione, con il sorriso sempre e comunque, anche nei momenti più difficili, e anche di fronte alle prove che ogni due per tre nella tua vita si sono presentate in modo tagliente. Dove la trovi questa forza?
<<Dirti da dove nasce questa forza e… solo domande facili oggi!? Penso però sia partita dalla perdita di mio fratello Mauro molto giovane, quando io ero ancora molto piccola.
Purtroppo, la perdita di un figlio per un genitore è una cosa straziante. Per cui non ho perso solo mio fratello in quel periodo, ma ho dovuto diventare grande velocemente. Nella mia famiglia, infatti, dopo la perdita di Mauro nulla è stato più come prima per me, per i miei genitori e per gli altri miei due fratelli. Mia zia Gina, una delle sorelle di mia mamma, l’unica che viveva qui vicina a noi (perché gli altri nostri parenti abitano a Napoli), ci è stata molto d’aiuto e la sua presenza ci ha aiutati a cercare di provare ad andare avanti.
Quando tutto accadde io avevo soltanto 8 anni e quando una bambina si trova ad affrontare una tragedia del genere è portata a fare uno scatto di crescita precoce rispetto ad una bambina che deve solo giocare con le bambole e i castelli di sabbia. Almeno su di me ha fatto questo effetto. Ho sentito il bisogno di passare dal prendermi cura delle bambole al cercare di prendermi cura della mia famiglia. Questo sicuramente mi ha rafforzato: piccola, ma di fronte ad un qualcosa terribilmente più grande di lei. Il peso di questa situazione ha portato poco tempo dopo i miei genitori a separarsi. Esattamente non ricordo bene quanto tempo siano stati separati. Ma… indovina come è andata a finire? Dopo tempo si sono rimessi insieme e si sono anche risposati!
In quegli anni ho trovato nella scrittura di quelli che allora chiamavamo “diari segreti” un valido aiuto per tirare fuori le mie emozioni. La scrittura mi consentiva di affidare ad una “cassaforte” i miei pensieri e le mie emozioni su tutto quello che stava accadendo. È come se, per protezione personale, sentissi il bisogno di alleggerire e di mettere da parte le cose pesanti per dare più spazio alle cose belle. Sentivo il bisogno di riscoprire il bello della vita, vedere il bicchiere mezzo pieno. Trovare la mia missione, la mia forza interiore. Ho scoperto che cercare di rendere felici gli altri mi dava gioia, bastava un sorriso di ricambio, dare attenzione all’altro, farlo sentire ascoltato, come i diari segreti facevano con me. Mi faceva stare bene ed allora perché non provarci dal vivo?
Ricordo con affetto in quegli anni l’attenzione che mia zia Gina aveva nei miei confronti. La parola chiave è proprio “attenzione”, mi sentivo vista. Stimolava la mia creatività. Ho sofferto molto quando è mancata a causa di un tumore nel 2013.>>
3-RIUSCIRE A DIVENTARE MAMMA: la sfida più bella
Quando penso a te mi torna in mente sempre una cosa: tu sei la dimostrazione che le favole esistono davvero, non si leggono solo sui libri! E adesso parliamo di cose belle... la maternità! Sembrava impossibile… ed invece eccoti qua! Con il pancione ed un bimbo in arrivo! Cosa hai provato quando hai consapevolizzato che diventerai mamma?
<<Anche il “diventare mamma” è stata una bella sfida: perché, giustamente, non poteva filare tutto liscio… non sarebbe stato da me.
La nostra ricerca della gravidanza è stata una cosa lunga (lunga è un termine molto soggettivo, ci sono coppie che ci hanno impiegato anche più tempo di noi, ma mentre aspetti, anche un mese in più ti sembra troppo). Dopo un anno di ricerca abbiamo iniziato una terapia ormonale che poteva durare al massimo sei mesi, al termine dei quali se non fossimo ancora riusciti nel nostro intento avremmo dovuto ricorrere ad un percorso di procreazione medicalmente assistita (PMA). Purtroppo il mio problema era di non riuscire ad ovulare in modo corretto a causa dell’ovaio micro policistico. In sostanza noi ogni mese abbiamo due o tre giorni fertili e quell’ovulo che doveva maturare ed essere fecondato in quei giorni non maturava mai abbastanza. Potevamo provarci quanto volevamo da soli ma senza aiuto sarebbe stato difficile. I sei mesi di terapia però non hanno portato alcun risultato così abbiamo iniziato ad informarci sui centri PMA vicino a noi. Qui vicino abbiamo due ospedali pubblici che se ne occupano ma il problema erano le tempistiche: per fare anche solo il primo colloquio nel pubblico c’era un’attesa minima di 4/5 mesi. Abbiamo contattato anche una struttura privata sempre qui vicino, ma i prezzi erano veramente improponibili, troppo alti per noi. Dopo un po' di ricerche però abbiamo trovato il centro di Biogenesi, all’ospedale di Monza, quindi sempre nel pubblico: qui già la settimana successiva potevo avere il colloquio con loro. Abbiamo iniziato con loro ai primi di settembre 2023 e ci siamo trovati benissimo. Fatti i primi esami, ad ottobre abbiamo iniziato con le terapie: Mirco ogni sera mi faceva una puntura nella pancia fino all’ovulazione. Ogni 2 giorni mi recavo a Monza per i monitoraggi per vedere come crescevano i miei ovuli e calibrare i farmaci in maniera corretta. Siamo arrivati alla mia prima inseminazione dove, in sostanza, hanno preso gli “spermini” (li abbiamo sempre chiamati simpaticamente così) più capacitati di Mirco e me li hanno iniettati proprio lì dove devono lavorare. Dovevamo attendere poi due settimane prima di vedere i risultati.
La prima inseminazione era andata anche bene: abbiamo avuto infatti un test delle beta positive, ma poi l’abbiamo perso nelle primissime settimane. Nonostante la delusione qualcosa però si era smosso: quindi nello sconforto di dire “ok dobbiamo ricominciare da capo” avevamo trovato un punto positivo, perché era la prima volta che dopo quasi due anni di tentativi vedevamo un piccolo risultato. Eravamo pronti a ricominciare con le terapie con rinnovata speranza. Il centro ci aveva consigliato di non fare terapie nel mese di dicembre perché essendoci stato un aborto spontaneo era meglio far passare prima un ciclo naturale e poi dopo riprendere. Quindi a gennaio 2024 avremmo dovuto ricominciare con le terapie.
Ma… proprio a dicembre io rimango incinta: incredula. E lo scopro quasi per caso: dovevamo andare ad una festa in quei giorni di metà gennaio e per scrupolo prima di darmi alla pazza gioia ho deciso di fare un test di gravidanza anche se non avevo sintomi. In commercio ci sono diversi tipi di test, uno molto economico si chiama canadese dove compaiono due lineette se sei incinta oppure quello famosissimo il Clearblue digitale che ti scrive proprio incinta o non incinta che costa però molto di più. Ero talmente abituata a vedere test negativi e buttarne che ho deciso di fare un canadese e dato che non volevo vedere l’ennesimo test negativo l’ho lasciato in bagno e ho chiesto a Mirco di leggerlo. Lui va in bagno e mi dice: allora c’è la linea di controllo, poi c’è un’altra linea e poi c’è… e io come ha detto “e poi c’è…” sono scattata in bagno e c’era anche la seconda linea. Quella giusta! Paura.
La prima emozione che abbiamo provato non è stata la gioia, come si potrebbe pensare, ma la paura. La paura di dire, questo test è vero? Mi sto illudendo? Poi paura di riperderlo di nuovo. E tu pensa che anche il giorno dopo prima ho fatto il canadese ed è uscito positivo, ma ho aspettato ancora un attimo a fare il Clearblue perché avevo veramente paura: ho chiesto a Mirco di venire in bagno per attendere con me che il digitale facesse comparire la scritta che tanto aspettavamo.
Ero incinta! Ci siamo guardati e lì l’ho realizzato davvero. Era il 13 di gennaio e lo so che potrebbe sembrare incredibile, ma noi all’ultimo dell’anno del 2023 abbiamo fatto volare una lanterna del desiderio, con scritto che speravamo di avere il nostro bambino nel 2024. Inoltre il 6 gennaio sarebbe stato il compleanno di mio fratello Mauro... A Mirco piace pensare che sia stato un suo regalo.
Il nostro percorso è stato sicuramente impegnativo emotivamente e per aiutarmi a gestire le mie emozioni, ho ricominciato a scrivere un diario. Le prime settimane ero molto in ansia, non so quanti test ho fatto per vedere se ero ancora incinta. All’ottava settimana di gravidanza abbiamo potuto fare la prima ecografia per vedere che l’impianto fosse avvenuto nel posto corretto. Purtroppo non è che fai il test e sei serena. Magari!! Puoi tirare un sospiro di sollievo dopo i primi tre mesi che sono quelli più a rischio. Anche se sai che fino a dopo il parto tutto può ancora accadere! Verso il quinto mese ho iniziato a sentirlo ed ogni movimento è indescrivibile. Stai creando una vita che settimana dopo settimana diventa sempre più perfetta. Siamo felicissimi non vediamo l’ora di vedere il suo viso e ti tenerlo tra le nostre braccia. Stiamo aspettando che arrivi Max!>>
4-IL CORAGGIO di una giovane imprenditrice
Passiamo al lavoro, altro capitolo, altra sfida: sei passata in brevissimo tempo da giovanissima studentessa a giovane imprenditrice. Quali sono le difficoltà più grandi che hai dovuto affrontare emotivamente in quella coraggiosa scelta?
<<Dieci giorni dopo la laurea ero già nel mondo Naturhouse a Desenzano con un contratto part time. Io abitavo a Rezzato ai tempi, era il 2017, quando mi sono laureata in scienze e tecnologie della ristorazione. Li lavoravo come consulente alimentare. Ho fatto un anno e tre mesi lì, prima di rendermi conto che avrei voluto qualcosa di più del part time e che forse avrei potuto farcela da sola senza essere una dipendente. Lì non c’era la possibilità di aumentare le mie ore ad un full time e quindi mi sono detta… va bene proviamoci!
Avevo appena comprato casa a Rezzato, quindi necessitavo per forza di un prestito se volevo aprire il mio centro vicino casa. In quegli anni (2018) in banca c’erano alcune agevolazioni sui prestiti per le donne imprenditrici: per chi apriva una nuova attività con un prestito di cinque anni, per i primi tre anni il tasso di interesse era azzerato. La mia avventura si è dimostrata vincente fin da subito. Avevo già nei primi tre mesi di apertura superato le mie aspettative ed anche quelle del commercialista!
Allora parlando di difficoltà, senza ovviamente tralasciare le batoste dal punto di vista fiscale del regime ordinario che sono arrivate l’anno successivo a quello di apertura, direi che la cosa che più mi ha toccato emotivamente è stata la negatività delle persone con cui ho condiviso il pensiero e il desiderio di voler aprire un’attività: “ma no è difficile, sei sicura? guarda che da dipendente hai più benefici e tutele, se ti ammali o meno…”. Poi aprire un’attività in Italia, figurati: “tutti scappano all’estero e tu la apri qui?” “te ne pentirai”. È stato impegnativo da superare emotivamente, però la mia determinazione era sicuramente più forte delle voci degli altri. Quell’avventura mi ha portato veramente tanto, umanamente da un lato e in termini economici dall’altro.
Dopo 6 anni, la gravidanza ha messo in discussione la mia attività lavorativa. Considera che ogni settimana vedevo tra le 60 e 70 persone totali, non riuscivo a concepire l’idea di riprendere subito il lavoro dopo i 3 mesi pagati (miseramente…) dall’INPS e portarmi in consulenza il bimbo, esporlo a così tante persone e gestire l’allattamento che tanto desidero.
Ho provato a muovermi per trovare una nuova dipendente per sostituirmi in quei mesi (nei mesi di ricerca della gravidanza avevo già avuto una dipendente, ma dopo un anno ha preferito un’altra strada), ma non l’ho trovata. Ho trovato invece una ragazza che era disponibile ad acquistare il mio negozio. Quindi a quel punto ho preferito fare un passo indietro, dissociarmi da quel mondo e preservare il pensiero di godermi i primi mesi di vita di mio figlio serenamente e cercare il nostro equilibrio. Una scelta non facile, ma necessaria.
Quindi per me è stata un’avventura felice. Impegnativa ma felice. Non ho mai avuto paura perché è sempre andata bene. Questo mio lato del carattere di cui parlavamo all’inizio, l’empatia, mi ha permesso di far decollare il passaparola tra i clienti. Le ragioni che spingono una persona a voler dimagrire sono tantissime! Alcune (poche) più semplici, altre molto complesse. Vedere tutte le settimane una persona ti porta a creare un legame e saper ascoltare è stata una delle carte vincenti. In consulenza non parlavamo solo di quello che avevano mangiato quella settimana, ma anche del perché avevano sgarrato, cosa ci fosse dietro a quella necessità di sgarrare o al contrario di essere troppo severi con se stessi da non concedersi nemmeno uno sgarrino...
È dal primo di luglio che sono a casa e forse quello che mi manca di più del mio lavoro è proprio il contatto con le persone. Avere la certezza di essere utile. Ma tra poco mi aspetta un lavoro ancora più importante e non vedo l’ora!>>
5-LA CREATIVITA’ di ANNA: Anna Magie Lab
I tuoi sei anni in Naturhouse Rezzato sono volati ed ora nella tua testa ci sono già nuove idee… La tua creatività e la capacità di adattarti ed evolvere sono elementi sempre presenti nella tua anima. Ma da dove arrivano? E dove porteranno?
<<Sicuramente la creatività è un mio punto forte. Sono partita dalla scrittura: i diari segreti che scrivevo da piccola con molta costanza sono una prima forma creativa. Poi chi mi ha immesso nel mondo creativo vero è proprio è stata mia zia, a cui ero particolarmente legata, che mi regalava sempre matite colorate e giochi creativi. Sono stati regali che mi hanno portata a sperimentare con diversi tipi di materiali fin da piccola. Poi non nascondo che la passione creativa è stata anche un modo per sfogarmi. Io mi rifugiavo nel mio mondo creativo per distrarmi dal resto. E ancora oggi quando sto lavorando per un progetto mi distacco da tutto quello che è l’esterno.
Inizialmente sono partita dalla pasta di zucchero per creare torte (mondo che ho dovuto lasciare per la deperibilità dei materiali quando ho aperto il negozio).
Da luglio che sono a casa ho ripreso in mano tutto tra fiocchi nascita, quadretti con i dati della nascita dei bimbi con paste polimeriche, articoli personalizzati e molto altro e mi piace tantissimo. Mi sono comprata anche un nuovo macchinario per fare delle scritte in termovinile che applico sulle mie creazioni! Per adesso lo faccio come hobbista, mi piacerebbe poi fare qualche mercatino per farmi conoscere e far conoscere le mie creazioni! È veramente bello quando qualcuno apprezza in modo sincero quello che realizzi.>>
6-IL CUORE APERTO di chi nell’amore ci crede davvero
L’amore, non mi sono dimenticata di questo capitolo immenso! E già… Due anime simili che si sono incontrate per caso in un periodo molto particolare di vita ed insieme hanno costruito la loro storia d’amore. Parliamo di Mirco, il tuo principe azzurro, ora tuo marito. Sapervi all’altare è stata un’emozione infinita per me.
So quanto credi nell’amore e quanto ci hai sempre investito… come è essere la moglie di un infinito romantico? E cosa si prova a vivere l’amore così?
<<Mi hai fatto emozionare… Però è veramente bello!
Mirco è arrivato in un periodo della mia vita difficile perché mi ero lasciata da poco con il mio ex con il quale mi sarei dovuta sposare dopo sei anni di relazione ma non è andata a buon fine (menomale).
E anche qui le coincidenze con mio fratello… Mirco è ricomparso nella mia vita il giorno del compleanno di mio fratello Mauro. Il 6 gennaio 2021, Mirco scrive un post divertente su Facebook, che mi compare nella home dopo che non ci sentivamo da dieci anni (ci eravamo conosciuti alla sua festa di laurea tantissimi anni prima, già all’epoca c’era un po' di interesse ma poi ognuno aveva preso la sua strada) ed io gli mando un messaggio per commentargli questo post. La prima settimana abbiamo iniziato a scriverci in modo molto intenso tramite messaggi perché eravamo in zona rossa a causa del Covid 19, non ci si poteva vedere subito dal vivo. Avevamo deciso di aspettare il 15 di gennaio per vederci, perché io quel giorno avevo il rogito, dove il mio ex cedeva le quote di casa a me e io diventavo proprietaria al 100% della casa e avevamo deciso di aspettare la chiusura di quel capitolo prima di vederci dal vivo. Ci siamo visti subito dopo il rogito e dove ti vuoi trovare in zona rossa? Nel parcheggio di un supermercato! Per messaggio avevamo concordato una safe word (“carota!”). Con tutta onestà ci eravamo detti (dato che quei 10 giorni passati erano stati molto intensi già solo tramite messaggi) che se vedendoci dal vivo non fosse scattata quella cosa fisica avremmo pronunciato quella safe word. Nessuno dei due l’ha usata!
Ci siamo baciati e poi ci siamo rivisti e abbiamo iniziato a costruire la nostra favola… Mirco è estremamente romantico, la sua promessa al matrimonio è stata stupenda. È veramente una persona che ti porta sul palmo della mano, una persona molto matura, che sa parlare tanto, che tira fuori tutto e non si nasconde dietro a niente, una persona che sa assumersi le sue responsabilità e che si mette in gioco, anche a casa. Non avevo mai avuto una relazione così. È una persona bellissima. E noi siamo molto uniti.
So che la nascita di un figlio sconvolge la vita di una coppia, perché ti mette a dura prova, soprattutto per lo stress dei primi mesi, mancanza di sonno ecc., ma siamo talmente tanto abituati a parlare e confrontarci che se ci saranno dei punti divergenti, sono sicura che sapremo affrontarli insieme. Non siamo abituati a metterci uno contro l’altro, ma siamo sempre insieme contro il problema. E questo è un punto di forza.>>
7-FERMARSI E NON VIVERE CON SUPERFICIALITA’
Se dovessi lasciare un tuo consiglio a chi arriva a leggere fino a qui questo ritratto di te, cosa diresti?
<<Di vivere la vita “Rosa e Glitter”! È il mio motto! Scherzo dai, è impegnativo dare consigli agli altri… Forse l’attenzione alle piccole cose. In realtà penso che sia la mia esperienza più che un consiglio quello che posso lasciare a chi ci leggerà.
Ci ho pensato tanto a cosa mi ha permesso di essere così come sono e credo che sia il fatto di non vivere con superficialità. L’ascoltare. Il fermarsi. Anche quei due minuti riflessivi su te stesso o verso la persona con cui stai prendendo un caffè o altro, quei due minuti poi ti tornano indietro tutti. Quello che dai in qualsiasi modo ti torna. Magari non dalla stessa persona a cui tu dedichi del tempo ma anche da altri, ti torna indietro il bene che dai.
Alla fine, cosa ti dà vivere con superficialità? A me piace come ho costruito la mia vita e l’importanza che do a determinate cose. Prima mi pesava molto il giudizio degli altri, mi dovevo preoccupare sempre di essere performante, di essere all’altezza… Ma alla fine raggiungi un punto dove dici: io sono Anna.
So che la vita mi ha portato a scoprire, almeno nel profondo, di valere tanto. Anche se ogni tanto me ne dimentico.
So che la vita mi ha portato ad accerchiarmi di persone che vedono il mio valore. Senza voler male a chi non lo vede o, semplicemente, a chi è diverso da me o incompatibile con me.
So che la vita e la mia indole mi hanno portato ad amare con sincera spontaneità.
Ad amare la mia famiglia di origine.
Ad amare la famiglia che sto finalmente creando e che ho sempre desiderato.
Ad amare gli amici e persone care che ho attorno.
Ad amare quelle persone che incontro e verso le quali sento feeling ed empatia.
Ad amare le persone di cuore.
Ad amare le persone che sanno amare.
Ecco. Forse potrei aver imparato che, alla fine, riuscire a trovare il modo di amare le persone che ci amano… significa forse aver imparato ad amare me stessa?>>
BIOGRAFIA di Annamaria Savarese
Annamaria Savarese, classe 1991.
Nasce a Manerbio in provincia di Brescia, dove la famiglia da Napoli si era trasferita da poco per motivi lavorativi.
All’età di otto anni perde precocemente il fratello Mauro. Durante l’infanzia e la propria gioventù con rinnovata gioia partecipa alla vita della comunità, studia con passione, si dedica ad hobby creativi e trova la propria favola in Mirco.
Si laurea in Scienze e tecnologie della ristorazione all’Università degli Studi di Milano nel 2017. Nel 2018 apre il suo punto vendita di Naturhouse a Rezzato, che gestisce in totale autonomia fino a giugno 2024, momento in cui decide di vendere l’attività per dedicarsi ad un nuovo impegno a tempo pieno: diventare mamma. Nel 2023 si sposa con Mirco, l’amore più bello della sua vita.
Creativa per passione sempre nel 2024, come hobbista, crea Anna Magie Lab: un laboratorio innovativo e artigianale che realizza creazioni per bambini e regali personalizzati per adulti. Sempre solare e disponibile non smette mai di regalare emozioni!
Disclaimer
Il presente articolo è scritto senza alcuna collaborazione pubblicitaria con i marchi privati eventualmente citati durante l’intervista: l’intento è la condivisione dell’esperienza vissuta dalla protagonista dell’intervista.